Dienstag, 17. Dezember 2019

Letzte Skitour und Vorbereitungen für die Überquerung der Drake-Passage

Google-Übersetzung, überbearbeitet - Originaltext weiter unten:


15.12.19:
Es ist fast zwei Wochen lang ununterbrochen gutes Wetter gewesen: blauer Himmel, Sonne von 1.30 bis 22.30 Uhr, warm. Nachts ist es so, wie man es nicht erwarten würde: auch in den wenigen Stunden ohne Sonne ist es immer klar. Die stechende Kälte in der Nacht erinnert uns immerhin daran, dass wir uns in der Antarktis befinden. Bei voller Sonne können wir die Gerichte regelmäßig auf Deck genießen. In der Tat sind die täglichen Anlässe zur Erfrischung zahlreich: vom "petit"déjeuner", zum "déjeuner ", zum "goûter", um endlich das "apéro" zu erreichen, gefolgt vom üppigen "souper". Wer auch immer daran gedacht hatte, in die Antarktis zu reisen, um vorweihnachtliche Hausfrauen zu vermeiden, musste schnell solche Absichten beiseite legen. Brices mega-galaktische "Barbecues" mit Riesen-Portionen werden in die Geschichte eingehen: Südamerikanisches, süßes, duftendes argentinisches Fleisch.Aber wir sind nicht hier, um Puppen zu kämmen. 

Die zehnte und letzte Skitour war wahrscheinlich eine Erstbegehung. Ausgangspunkt war eine kleine Spitze einer Bucht in der Fournier-Bucht der Großen Insel von Anvers. Eine Konstante von diesen Reisen in der Antarktis ist die Suche nach einem Punkt für die Landung. Diese Suche ist schwierig wegen der an den meisten Küsten ins Meer ragenden imposanten Gletscher, die aus dem Hinterland kommen. Bewaffnet mit leistungsstarken Ferngläsern fanden Brice und Ueli in der Fournier-Bucht ein kleines schneebedecktes Bauwerk, das das Klettern auf die Eiskappe, die an dieser Stelle 60-70 Meter dick ist, ermöglichte. Auf diesen steilen Bergrücken, den wir bei dieser Gelegenheit "Biancograt" tauften, konnten wir den Höhenunterschied mit weniger Herzschmerz als erwartet überwinden, aber mit atemberaubenden Fotos, die eines Bergsteigermagazins würdig sind. Mehr noch, Ueli hatte eine schöne, effektive und logische Spur unter den beeindruckenden, weit über 50 m tiefen Spalten gezogen, die uns auf einen Gipfel, offensichtlich ohne Namen, etwa 415 Meter hoch, führte. Inzwischen war Mittag und es wurde Zeit, die Abfahrt auf ein paar Zentimetern Sulz auf einem bestens tragenden Untergrund zu geniessen: eine wahre Delikatesse. Aber das war noch nicht alles: Nach 200 Metern Abstieg zogen wir die Felle wieder auf die Skier und schnell erreichten wir auch hier die Spitze eines zweiten 350-m-Gipfels ohne Namen. Der letzte Abstieg wand sich durch die Spalten eines sanften Hanges hinunter bis fast an Bord. Zu Fuss liefen wir den Strand ab, um den Pfad für den nächsten Tag zu erkunden. 

Von der effizienten Podorange-Crew mit dem unverzichtbaren "Zodiac" abgeholt, erwartete uns das "Déjeuner", offensichtlich im Freien serviert. In der Zwischenzeit wurde der Anker geborgen und neue Punkte entdeckt, um in den nordöstlichen Buchten der Insel Anvers zu ankern. Und Brice machte sich schweigsam auf die Suche nach einem neuen Weg zum Mount Français, 2825 m, der höchste Berg der Insel Anvers und einer der höchsten der Antarktischen Halbinsel? Für diese Tour wäre zumindest ein Biwak nötig, denn hier sind die zurückzulegenden Strecken enorm. 
Die Aufklärungsfahrt wurde wiederholt durch Walbeobachtungen unterbrochen, die jetzt regelmäßig eine Show für die Passagiere unseres Segelbootes anboten. Das Ziel war jedoch ein Ankerpunkt in der Gruppe der kleinen Inseln Melchior, den wir erst spät erreichten: Es waren einfach zu viele Wale zu bewundern und zu fotografieren...

16.12.19
Der nächste Tag war den Vorbereitungen für die Rückreise, der Überquerung des Drake, gewidmet: alles Zubehör (Ski, Zodiacs, Kajaks usw.), das wir gefunden hatten wurde im "cruise" -Modus auf der Brücke deponiert, um dann im Laderaum unter Deck verstaut zu werden. Wir nutzten auch die Gelegenheit zu duschen, unser Gepäck aufzuräumen und alles zu verstauen, was wir für die Überfahrt nicht brauchen. Ziel war es, das Segelschiff in den Modus "Navigation" zu verwandeln.
 

Die Überquerung des Drake ist für Dienstag, den 17. Dezember geplant, also  morgen, um am 21. Dezember abends oder am 22.12. morgens in Ushuaia anzukommen. In diesem Zeitraum konzentrieren sich die Bemühungen auf die Wachschichten und die Hilfe für die Segelmannschaft. Wenn alles gut geht - wir haben keinen Grund, daran zu zweifeln - werden wir es schaffen, manche vielleicht mit Hilfe von Tabletten gegen Seekrankheit, pünktlich zur Weihnachtszeit zu Hause zu sein.



Originaltext: 

15.12.19:
Sono ormai quasi due settimane di bel tempo ininterrotto: cielo blu, sole dalle 1.30 alle 22:30, caldo. La notte, come ci si potrebbe aspettare non esiste: anche nelle poche ore senza sole è sempre chiaro. Tuttavia il pungente freddo notturno fa ricordare che in fondo siamo in Antartide. In pieno sole, regolarmente si gustano le pietanze sul ponte. In effetti le occasioni quotidiane per rifocillarsi sono numerose: dal "petit déjeuner", al "déjeuner", al "goûter", per infine arrivare all'"apéro", seguito dall'abbondante "souper". Chi avesse pensato di venire in Antartide per evitare le casalinghe abbuffate pre natalizie, ha dovuto velocemente mettere da parte i buoni propositi. Passeranno alla storia i mega-galattici "barbecue" di Brice con porzioni sudamericane di carne argentina tenerissima e profumata. Ma non siamo qui per pettinare bambole. 

La decima e ultima gita di scialpinismo probabilmente è stata una prima ascensione. Punto di partenza é una piccola punta di un’insenatura nella baia di Fournier della grande isola di Anvers. Una costante delle gite in Antartide è la ricerca di un punto per lo sbarco. Questa ricerca risulta difficoltosa perché dalla maggior parte delle coste entrano nel mare gli imponenti ghiacciai provenienti dall'entroterra. Armato di potente binocolo, Brice e Ueli hanno trovato nella baia di Fournier una piccola struttura innevata che permette di salire sulla calotta di ghiaccio, spessa in quel punto 60-70 m. Su una ripida cresta, battezzata per l'occasione "Biancograt", abbiamo potuto superare il dislivello con meno patemi d'animo del previsto, ma con fotografie mozzafiato, degne di una rivista d'alpinismo. Più su, Ueli ha disegnato una bella, efficace e logica traccia fra gli imponenti crepacci profondi ben più di 50 m portandoci su di una vetta evidentemente senza nome, alta circa 415 metri. È mezzogiorno ed è tempo di gustare la discesa su di un sulz di qualche centimetro su di un bel fondo portante: una leccornia. Ma non è finita qui: dopo 200 metri di discesa, rimettiamo le pelli e velocemente giungiamo in vetta ad una seconda cima di 350 m, anche questa senza nome. La discesa finale si snoda fra i crepacci di un dolce pendio fino al bordo, dove a piedi scendiamo in spiaggia per il percorso esplorato il mattino. 

Ricuperati dall'efficiente equipaggio della Podorange con l'indispensabile "Zodiac", ci attende il "déjeuner", servito evidentemente all'aperto. Intanto si ricupera l'ancora e si riparte alla scoperta di nuovi punti d'attracco nelle baie nord orientali dell'isola di Anvers. Che Brice, in silenzio, stia cercando una nuova via per raggiungere il Mount Français, 2825 m, la vetta più alta dell'Isola di Anvers e una delle più alte della penisola antartica? Ci vorrà una nuova spedizione, sicuramente con almeno un bivacco, perché qui le distanze da percorrere sono enormi. La ricognizione è stata più volta interrotta dagli avvistamenti di balene che ormai offrono regolarmente spettacolo ai passeggeri del nostro naviglio. Ma la meta era un punto di ancoraggio nel gruppo di isolette di Melchior che raggiungiamo tardi: troppe le balene da ammirare e fotografare ... 

16.12.19
L'indomani sarà dedicato ai preparativi per la traversata di ritorno del Drake: tutti gli accessori (sci, Zodiac, kayak, ecc.) che hanno trovato posto sul ponte durante la modalità "crociera", devono essere riordinati e messi nella stiva. Pure noi ne approfittiamo per fare una doccia e riordinare i nostri bagagli, mettendo nella stiva tutto quanto non serve per la traversata. L'obiettivo è di trasformare il veliero in modalità "navigazione". 

La traversata del Drake è prevista a partire da martedì 17 dicembre mattino, per arrivare a Ushuaia il 21 dicembre sera o il mattino successivo. In questo periodo gli sforzi saranno concentrati nel gestire i turni di guardia e di aiuto all'equipaggio navigante. Se tutto andrà bene, e non abbiamo motivo di dubitarne, alcuni magari aiutati dalle pastiglie contro il mal di mare, riusciremo dunque a riprendere la via del ritorno per essere puntualmente a casa per il periodo natalizio.

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