Google-Übersetzung, überbearbeitet - Originaltext weiter unten:
15.12.19:
Es ist fast zwei Wochen lang ununterbrochen gutes Wetter
gewesen: blauer Himmel, Sonne von 1.30 bis 22.30 Uhr, warm. Nachts ist es so,
wie man es nicht erwarten würde: auch in den wenigen Stunden ohne Sonne ist es
immer klar. Die stechende Kälte in der Nacht erinnert uns immerhin daran, dass
wir uns in der Antarktis befinden. Bei voller Sonne können wir die Gerichte
regelmäßig auf Deck genießen. In der Tat sind die täglichen Anlässe zur
Erfrischung zahlreich: vom "petit"déjeuner", zum "déjeuner
", zum "goûter", um endlich das "apéro" zu erreichen,
gefolgt vom üppigen "souper". Wer auch immer daran gedacht hatte, in
die Antarktis zu reisen, um vorweihnachtliche Hausfrauen zu vermeiden, musste
schnell solche Absichten beiseite legen. Brices mega-galaktische
"Barbecues" mit Riesen-Portionen werden in die Geschichte eingehen:
Südamerikanisches, süßes, duftendes argentinisches Fleisch.Aber wir sind nicht
hier, um Puppen zu kämmen.
Die zehnte und letzte Skitour war wahrscheinlich eine
Erstbegehung. Ausgangspunkt war eine kleine Spitze einer Bucht in der
Fournier-Bucht der Großen Insel von Anvers. Eine Konstante von diesen Reisen in
der Antarktis ist die Suche nach einem Punkt für die Landung. Diese Suche ist
schwierig wegen der an den meisten Küsten ins Meer ragenden imposanten
Gletscher, die aus dem Hinterland kommen. Bewaffnet mit leistungsstarken
Ferngläsern fanden Brice und Ueli in der Fournier-Bucht ein kleines
schneebedecktes Bauwerk, das das Klettern auf die Eiskappe, die an dieser
Stelle 60-70 Meter dick ist, ermöglichte. Auf diesen steilen Bergrücken, den
wir bei dieser Gelegenheit "Biancograt" tauften, konnten wir den
Höhenunterschied mit weniger Herzschmerz als erwartet überwinden, aber mit atemberaubenden
Fotos, die eines Bergsteigermagazins würdig sind. Mehr noch, Ueli hatte eine
schöne, effektive und logische Spur unter den beeindruckenden, weit über 50 m
tiefen Spalten gezogen, die uns auf einen Gipfel, offensichtlich ohne Namen,
etwa 415 Meter hoch, führte. Inzwischen war Mittag und es wurde Zeit, die
Abfahrt auf ein paar Zentimetern Sulz auf einem bestens tragenden Untergrund zu
geniessen: eine wahre Delikatesse. Aber das war noch nicht alles: Nach 200
Metern Abstieg zogen wir die Felle wieder auf die Skier und schnell erreichten
wir auch hier die Spitze eines zweiten 350-m-Gipfels ohne Namen. Der letzte
Abstieg wand sich durch die Spalten eines sanften Hanges hinunter bis fast an
Bord. Zu Fuss liefen wir den Strand ab, um den Pfad für den nächsten Tag zu
erkunden.
Von der effizienten Podorange-Crew mit dem
unverzichtbaren "Zodiac" abgeholt, erwartete uns das
"Déjeuner", offensichtlich im Freien serviert. In der Zwischenzeit
wurde der Anker geborgen und neue Punkte entdeckt, um in den nordöstlichen Buchten
der Insel Anvers zu ankern. Und Brice machte sich schweigsam auf die
Suche nach einem neuen Weg zum Mount Français, 2825 m, der höchste Berg der
Insel Anvers und einer der höchsten der Antarktischen Halbinsel? Für diese Tour
wäre zumindest ein Biwak nötig, denn hier sind die zurückzulegenden Strecken enorm.
Die Aufklärungsfahrt wurde wiederholt durch Walbeobachtungen unterbrochen, die jetzt
regelmäßig eine Show für die Passagiere unseres Segelbootes anboten. Das Ziel war
jedoch ein Ankerpunkt in der Gruppe der kleinen Inseln Melchior, den wir erst
spät erreichten: Es waren einfach zu viele Wale zu bewundern und zu fotografieren...
16.12.19
Der nächste Tag war den Vorbereitungen für die Rückreise, der
Überquerung des
Drake, gewidmet: alles Zubehör (Ski, Zodiacs, Kajaks usw.), das wir
gefunden
hatten wurde im "cruise" -Modus auf der Brücke deponiert, um dann im
Laderaum unter Deck verstaut zu werden. Wir nutzten auch die Gelegenheit
zu duschen, unser Gepäck aufzuräumen und alles zu verstauen, was wir
für die
Überfahrt nicht brauchen. Ziel war es, das Segelschiff in den Modus
"Navigation" zu verwandeln.
Die Überquerung des Drake ist für Dienstag, den 17. Dezember geplant,
also morgen, um am 21. Dezember abends oder am 22.12. morgens in Ushuaia
anzukommen. In diesem Zeitraum konzentrieren sich die Bemühungen auf die
Wachschichten und die Hilfe für die Segelmannschaft. Wenn alles gut geht - wir
haben keinen Grund, daran zu zweifeln - werden wir es schaffen, manche
vielleicht mit Hilfe von Tabletten gegen Seekrankheit, pünktlich zur Weihnachtszeit
zu Hause zu sein.
Originaltext:
15.12.19:
Sono ormai quasi due
settimane di bel tempo ininterrotto: cielo blu, sole dalle 1.30 alle 22:30,
caldo. La notte, come ci si potrebbe aspettare non esiste: anche nelle poche
ore senza sole è sempre chiaro. Tuttavia il pungente freddo notturno fa
ricordare che in fondo siamo in Antartide. In pieno sole, regolarmente si
gustano le pietanze sul ponte. In effetti le occasioni quotidiane per
rifocillarsi sono numerose: dal "petit déjeuner", al
"déjeuner", al "goûter", per infine arrivare
all'"apéro", seguito dall'abbondante "souper". Chi avesse
pensato di venire in Antartide per evitare le casalinghe abbuffate pre
natalizie, ha dovuto velocemente mettere da parte i buoni propositi. Passeranno
alla storia i mega-galattici "barbecue" di Brice con porzioni
sudamericane di carne argentina tenerissima e profumata. Ma non siamo qui per
pettinare bambole.
La decima e ultima gita di scialpinismo probabilmente è
stata una prima ascensione. Punto di partenza é una piccola punta di
un’insenatura nella baia di Fournier della grande isola di Anvers. Una costante
delle gite in Antartide è la ricerca di un punto per lo sbarco. Questa ricerca
risulta difficoltosa perché dalla maggior parte delle coste entrano nel mare
gli imponenti ghiacciai provenienti dall'entroterra. Armato di potente
binocolo, Brice e Ueli hanno trovato nella baia di Fournier una piccola
struttura innevata che permette di salire sulla calotta di ghiaccio, spessa in
quel punto 60-70 m. Su una ripida cresta, battezzata per l'occasione
"Biancograt", abbiamo potuto superare il dislivello con meno patemi
d'animo del previsto, ma con fotografie mozzafiato, degne di una rivista
d'alpinismo. Più su, Ueli ha disegnato una bella, efficace e logica traccia fra
gli imponenti crepacci profondi ben più di 50 m portandoci su di una vetta
evidentemente senza nome, alta circa 415 metri. È mezzogiorno ed è tempo di
gustare la discesa su di un sulz di qualche centimetro su di un bel fondo
portante: una leccornia. Ma non è finita qui: dopo 200 metri di discesa,
rimettiamo le pelli e velocemente giungiamo in vetta ad una seconda cima di 350
m, anche questa senza nome. La discesa finale si snoda fra i crepacci di un
dolce pendio fino al bordo, dove a piedi scendiamo in spiaggia per il percorso
esplorato il mattino.
Ricuperati dall'efficiente equipaggio della Podorange con
l'indispensabile "Zodiac", ci attende il "déjeuner",
servito evidentemente all'aperto. Intanto si ricupera l'ancora e si riparte
alla scoperta di nuovi punti d'attracco nelle baie nord orientali dell'isola di
Anvers. Che Brice, in silenzio, stia cercando una nuova via per raggiungere il
Mount Français, 2825 m, la vetta più alta dell'Isola di Anvers e una delle più
alte della penisola antartica? Ci vorrà una nuova spedizione, sicuramente con
almeno un bivacco, perché qui le distanze da percorrere sono enormi. La
ricognizione è stata più volta interrotta dagli avvistamenti di balene che ormai
offrono regolarmente spettacolo ai passeggeri del nostro naviglio. Ma la meta
era un punto di ancoraggio nel gruppo di isolette di Melchior che raggiungiamo
tardi: troppe le balene da ammirare e fotografare ...
16.12.19
L'indomani sarà dedicato
ai preparativi per la traversata di ritorno del Drake: tutti gli accessori
(sci, Zodiac, kayak, ecc.) che hanno trovato posto sul ponte durante la
modalità "crociera", devono essere riordinati e messi nella stiva.
Pure noi ne approfittiamo per fare una doccia e riordinare i nostri bagagli,
mettendo nella stiva tutto quanto non serve per la traversata. L'obiettivo è di
trasformare il veliero in modalità "navigazione".
La traversata del
Drake è prevista a partire da martedì 17 dicembre mattino, per arrivare a
Ushuaia il 21 dicembre sera o il mattino successivo. In questo periodo gli
sforzi saranno concentrati nel gestire i turni di guardia e di aiuto
all'equipaggio navigante. Se tutto andrà bene, e non abbiamo motivo di
dubitarne, alcuni magari aiutati dalle pastiglie contro il mal di mare,
riusciremo dunque a riprendere la via del ritorno per essere puntualmente a
casa per il periodo natalizio.
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